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Ovviamente la mia è una domanda provocatoria, ma non è la prima volta che ne pongo! E mi appresto subito a (tentare di) dare una risposta: non credo che, neppure nella Medicina che è il campo di mia pertinenza, esista una Via Unica al benessere largamente inteso. Mi riservo pertanto lo spazio a me dedicato in questo numero per valutare l’importanza salutista del bilanciamento posturale, che in qualche modo tocca anche gli altri aspetti. Illustrerò qui di seguito tre esempi, scelti a caso fra i moltissimi possibili.

1. Tutte le lingue del mondo hanno espressioni assimilabili a quella italiana “Tieniti su!” per incoraggiare un nostro simile quando si sente avvilito, demoralizzato o quando sia in autentico stato depressivo, per il semplice fatto che tutti noi umani abbiniamo il morale basso (per l’appunto!) a un’attitudine corporea di auto-abbattimento, quasi afflosciamento verso terra. E tutte le lingue hanno l’espressione opposta “A testa alta” per indicare l’atteggiamento che un soggetto esprime con il suo stesso fisico quando sta bene, si sente sicuro di sé e delle proprie scelte.

2. L’artrosi deriva da tensioni muscolari sbilanciate che, protraendosi nel tempo, finiscono per deformare le articolazioni provocando molto spesso dolori anche invalidanti.


3. In un organismo femminile, quando il bacino viene tenuto rigidamente all’indietro (producendo peraltro quell’effetto-fotomodella molto gradito ai maschi eterosessuali) oppure, all’opposto, quando viene lasciato cascarsi addosso con riduzione del tono gluteo, si pro- duce un aumento di tensione-ingorgo a livello uterino, che a sua volta si traduce in aumentato dolore mestruale.

 

La sofferenza viene spesso considerata come maledizione caduta dal cielo senza responsabilità del soggetto che ne risulta affetto. In realtà esiste una sorta di responsabilità biologica, benché inconsapevole, innescata anche dalle cattive posture che noi umani siamo soliti mantenere, avendole acquisite nell’infanzia e considerandole pertanto la nostra condizione normale; “normale” sì, nel senso che ci è abituale, ma non “sana”, e pertanto modificabile attraverso un appropriato lavoro correttivo come, per esempio, quello di cui scrivevo già anni addietro: https://www.noosoma.it/benessere-posturale/ .

Mi auguro che queste poche righe offrano, a chi soffre di qualsivoglia patologia, uno spunto di riflessione.

Fonte: viveresostenibile.net