Il dolore cronico è quello “che si protrae oltre i tempi normali di guarigione di una lesione o di un’infiammazione, abitualmente 3-6 mesi, e che perdura per anni”
A Roma, il 23 settembre del 2016, si sono riuniti gli esperti per la presentazione dell’ottava edizione di ‘Cento città contro il dolore’, promossa dalla Fondazione Isal, ricordando che l’Organizzazione mondiale della sanità ha identificato nel dolore cronico uno dei maggiori problemi mondiali di salute pubblica: non già sintomo di altre malattie ma vera e propria patologia in sé che mina la salute della persona.
Secondo un rapporto del Consiglio dell’Unione Europea sulle malattie croniche e sul ruolo del dolore, questa sindrome colpisce in media il 24% della popolazione in Europa. In Italia ne è affetto il 26% della popolazione, circa 13 milioni di cittadini. Negli Stati Uniti i costi sociali del dolore sono superiori addirittura a quelli del diabete, del cancro e delle patologie cardiovascolari insieme.
Fonte: AdnKronos Salute
Dr Frusi: la farmacoterapia è uno strumento importante, ma quali sono le cause che hanno indotto un organismo a sviluppare una vera e propria “patologia da dolore”?
Occorre allargare la visione in modo da comprendere le alterazioni posturali, lo squilibrio cellulare acido/base, la componente emozionale. In questo modo – e l’esperienza clinica lo dimostra – le sindromi da dolore cronico sono risolvibili.