La domanda è volutamente provocatoria, considerando anche i molti articoli di questo numero che trattano l’argomento. Ma io spero di offrire uno sguardo in più, a completamento degli altri.

La natura non ammette sprechi: nessun animale (tranne quelli umanizzati!) ha dei chili di troppo. La loro presenza è già indice di un certo grado di tossicità, anche perché il tessuto adiposo viene utilizzato come “discarica abusiva” di tutte le sostanze disturbanti e non facilmente smaltibili. Non è solo estetico, pertanto, lo stimolo che deve spingere una persona a ricuperare il suo peso ottimale.

Le più che conosciute diete chetogeniche a colpi di bistecca, pur molto efficaci, sono a loro volta fonte di tossicità da acido urico o anche semplicemente da “generica” acidosi (tema che abbiamo già trattato in un numero precedente), mentre le diete chetogeniche con prodotti industriali a base di proteine sono spesso particolarmente indigeste. Entrambi i problemi sono dissolti con l’utilizzo di un preparato innovativo che garantisce un’ottima digeribilità, un’assimilazione del suo substrato proteico a livelli elevatissimi, una quantità trascurabile di cosiddetto residuo azotato (cioè un minimo carico metabolico renale).

La riduzione del peso corporeo avviene pertanto in modo agevole e sicuro. E parallelamente si ottiene l’abbattimento della tossicità.

Una volta raggiunto questo obiettivo, ovviamente occorre re-indirizzare il proprio comportamento alimentare in modo che si mantenga salutare per sempre. Probabilmente il modello più radicale e efficace è quello costituito dal fruttarismo, perché noi umani continuiamo ad avere una struttura corporea da animali che si nutrono esclusivamente di frutta: dentatura adatta a incidere poi masticare (e non canini pronunciati come i carnivori), acidità gastrica moderata (mentre i predatori devono letteralmente sciogliere nell’acido le loro vittime), importante lunghezza del tubo digerente per assorbire meglio le proteine vegetali (al contrario dei predatori, che devono espellere in fretta le tossine dei cadaveri semi-decomposti). Torneremo su questo argomento perché è meritevole di approfondimento, ma per l’intanto vogliamo far sapere, e non solo agli abitanti del Basso Piemonte, che presto sulle colline alessandrine si attiverà un Centro di studio e sperimentazione delle varie discipline alimentari, dove sarà possibile ricevere informazioni e praticare attivamente le “nuove” scelte nutrizionali.

 

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Fonte: viveresostenibile